Le streghe di Stazzano
Nel 1522 dalle parti di Stazzano tre donne di nome Agnesa Melina e Maria furono condannate al rogo per stregoneria dal castellano di Stazzano che esercitava il potere temporale nel vescovado di Tortona per conto del vescovo» nel periodo compreso tra il 1450 e il 1550 sono finite al rogo circa il 2% delle donne di Vescovado stato cuscinetto tra Genova e Milano governato dal vescovo di Tortona..
Questa storia è ben descritta nel libro Danzando con il Demonio dalla scrittrice Maria Angela Damilano.
Ad essere accusate di stregoneria erano donne che potremmo definire delle erboriste ante litteram, probabilmente eredi di un sapere naturalistico simile allo sciamanesimo. Qualcosa che affonda le radici nel mondo pre-romano e, in alcuni casi, va indietro fino ai primi insediamenti umani. D’altronde, molte usanze e costumi delle nostre zone sono simili fra le popolazioni montane alpine e appenniniche; alcuni luoghi "magici "sono stati individuati ,come le torri di Sant’Alosio sulle colline tortonesi: «Sono presenti alcune coppelle, ovvero quelle piccole conche circolari scavate nel terreno che si ritrovano anche a San Vito di Garbagna e ricordano usanze celtiche. Poco distante, su quello che chiamiamo il Bric delle Streghe, da quando furono arse vive tre donne nel 1520 era presente fino al dopoguerra una vasca molto simile a quelle che si trovano in val Trebbia, altro sito dove la presenza umana risale alla preistoria» oppure un altro luogo magico è stato localizzato presso i «Sasi d’l’ori», pietre dell’olio che si ritrovano in una radura fra Garbagna e Carezzano, simili a menhir e che leggenda vuole scelti per i sabba delle streghe.
Singolare il caso di Garbagna dove la presenza di alcune pietre è documentata dal 1300: come la pietra dell’Olmo o «lapis hermiti». Forse retaggi di riti pagani celto-liguri, fatti propri dai romani prima e dai cristiani poi, come la pietra di santa Varena a Villa del Foro. Secondo la tradizione,una donna, appoggiandosi al masso, riceverebbe sollievo dal mal di schiena., altri luoghi hanno nomi evocativi come il Cappello del Diavolo a Gavi.
Il fantasma senza testa della torre di Novi Ligure
Torre di Novi Ligure
Secondo alcune testimonianze, intorno ai resti del castello nelle notti di luna piena, si aggirerebbe un cavaliere spettrale senza testa. Il fantasma, in groppa al suo cavallo bianco, compirebbe qualche giro intorno alla torre per poi scomparire tra le sue mura. I racconti dicono che chi ha avuto modo di avvistare il fantasma lo abbia descritto come vestito di una lucente armatura di metallo, sopra la quale vi sarebbe incisa la frase “Vi a cappella niger”. Una frase che significa letteralmente “uomo, allontanati dalla capra” e che per alcuni si riferirebbe ad una storia di sangue, la cui responsabile sarebbe la tanto temuta Donna Orriga di Campofregoso. Infatti, il passatempo preferito dalla nobildonna tiranna di Novi era reclutare amanti occasionali per poi disfarsene una volta ‘consumati’, tramite decapitazione, come una mantide religiosa. Per altri invece il cavaliere senza testa sarebbe un cavaliere al servizio di un potente signore feudale, catturato dai tortonesi per morire poi decapitato in una segreta del castello.
Che sia una storia vera o un falso mito, racconti e testimonianze si trovano concordi nel pensare che la presenza reclami oggi vendetta per un terribile torto subito.
Il Fantasma del Generale Barthélemy Catherine Joubert
Novi Ligure fu teatro di una famosa battaglia tra francesi e austro-ungarici il 15 agosto 1799. Il Generale francese Barthélemy Catherine Joubert (Pont-de-Vaux, 14 aprile 1769 – Novi Ligure, 15 agosto 1799) ferito gravemente, dagli austro-russi a Novi Ligure del generale Aleksandr Vasil'evič Suvorov venne portato a Palazzo Durazzo e lì morì. Il suo corpo venne portato in Francia ma si narra che tra le mura del palazzo vaghi ancora il suo spirito senza pace.
Un oscura vicenda associata a palazzo Durazzo si è verificata durante i lavori di ristrutturazione del medesimo nel Maggio del 2023 quando un operaio perse la vita a causa della caduta di una lastra di vetro che lo travolse recidendogli l'arteria femorale ed uccidendolo sul colpo, tragica fatalità o forse il generale si era indispettito della ristrutturazione e del conseguente cambiamento energetico della sua ex dimora? il mistero rimane.
Palazzo Durazzo
Generale Barthélemy Catherine Joubert
La Massoneria di Novi Ligure
Alessandria nel 1768 (Sincère Union), ed a Casale nel 1788 (La Candeur).
Tale eredità massonica è stata mantenuta nel tempo sia a Casale che in Alessandria.
Della prima Loggia novese alcune tracce portano alla deposizione del Capitano Beniamin Obbel, del reggimento Giulay, arrestato a Milano nel 1756 in quanto massone e, per sua stessa dichiarazione, iniziato all’Ordine nel 1745 proprio a Novi Ligure in una Loggia tenuta da alti ufficiali tedeschi ed ungheresi.
Dopo la nascita della Confiance (1810) e successivamente la Domenico Figini (1914) la Massoneria novese ha perduto, a differenza di Casale ed Alessandria, ogni legame legame tra Istituzione e territorio.
Alcuni Fratelli, di area novese, con grande passione ed affetto, hanno ritenuto che potrebbe essere utile per il bene della nostra Istituzione, innalzare le colonne di una nuova Officina in quell’area e ricostituire con il territorio quel legame che unisce uomini eletti e, attraverso il perfezionamento interiore dei singoli adepti, praticare e far praticare quei principi per il bene ed il progresso dell’umanità.
Da qui il desiderio della fondazione di una nuova Loggia di studio e ricerca all’Oriente di Novi Ligure. Tale nuova Officina potrebbe acquisire parte della sua antica eredità mantenendo il nome di Confiance. A tale nome identificativo occorrerà unire un termine che illustri le finalità che si prefigge il nuovo Tempio, cioè quella di formare un nucleo di Fratellanza Universale che possa sviluppare, nell’alveo dei principi massonici, lo studio comparato delle religioni, della storia, della filosofia, della scienza e dello gnosticismo, investigando i poteri nascosti dell’uomo e le leggi della natura. In un solo termine: l’esoterismo.
Il castello di Piovera
Il Castello di Piovera, sorto nel '300 sui resti di una chiesa templare di forma ottagonale (sotto la quale scorre un fiume sotterraneo) è passato attraverso i secoli sotto numerose dominazioni; dai Visconti di Milano agli Spagnoli e ai Francesi, poi dai Savoia ai Balbi di Genova, per venire infine acquistato nel 1967 dal Conte Niccolò Calvi di Bergolo, attuale proprietario. Oggi il castello non è solo custode della storia e della memoria del territorio, ma è diventata dimora dell'originale visione artistica del Conte, che ha arricchito con le sue sculture astratte molti degli spazi interni ed esterni.
Sono molte le testimonianze che parlano di presenze all'interno del castello alcune positive come la dama dai capelli rossi e altrettante negative, i cosiddetti punti “zero”, che per fortuna sono quasi tutti all’esterno del castello, secondo alcuni esoteristi il castello sorge sopra un punto in cui si incrociano due linee energetiche dette anche Ley line o linee sincroniche
Diverse trasmissioni televisive si sono occupate dei misteri legati a questo castello tra cui il noto programma di Mediaset Voyager.
Il fantasma di Reneuzzi
Nel cuore della Val Borbera e più precisamente nel ex borgo ora disabitato di Reneuzzi nel lontano 1961, vedeva tra i suoi abitanti solo un uomo, Davide Bellomo. Una storia d’amore, di tradimento e tragedia avvolge questo personaggio. Davide era infatti fidanzato con sua cugina, Maria. Tuttavia, la relazione tra i due non fu felice: si dice che Maria rifiutò le avances di Davide. Ma la mossa che spinse l’uomo oltre il limite fu la scoperta che la famiglia di Maria avrebbe deciso di trasferirsi a valle.
Preso dalla disperazione e dalla follia, una mattina Davide tese un agguato a Maria e le sparò un colpo di rivoltella nel tentativo di ucciderla, ferendola solo di striscio. La giovane fuggì, ma Davide la rintracciò in una baita dove riuscì nel suo atroce intento. L’uomo fu ritrovato morto pochi giorni dopo. Da questa tragica storia, è nata una leggenda. Si dice che il fantasma di Davide abbia a lungo tormentato gli abitanti della vicina Ferrazza, il paese di origine di Maria, intimando loro di lasciare il paese.
Oggi, visitando Reneuzzi, ci si immerge in un’atmosfera sospesa nel tempo. Il borgo giace abbandonato e la natura ha ormai riconquistato ogni angolo. Entrando nel paese, si è accolti da un antico cimitero, testimone silente di vite passate. Vicino, si trovano i resti di una chiesa risalente all’800 e le rovine di modeste abitazioni, intente a ricordare
Maria Franco (in una foto da bambina) e Davide Bellomo
Quel che resta di Reneuzzi Cimitero di Reneuzzi
Il Monaco della Merella
Uscendo dalla città in località Merella Frazione di Novi Ligure è stato avvistata più volte la presenza del fantasma di monaco nei pressi della Azienda agricola Cascina Federica la quale in passato fu proprio un ex convento, che venne trasformato nel 600 in fattoria ed ampliata nell'800 dall'antica famiglia Negrotto Cambiaso.
I misteri del Parco Capanne di Marcarolo
A circa 20 Km. da Novi ligure sorge la splendida cornice del Parco Naturale Capanne di Marcarolo vero e proprio polmone verde della provincia alessandrina, ricco di specie autoctone di flora e fauna, il cuore pulsante del parco naturale è il monte Tobbio (1092 mt.)
Il Tobbio spicca per la grande visibilità (dalla pianura antistante), dovuta ai suoi versanti spogli e particolarmente scoscesi. Sulla cima vi è una chiesetta edificata nel 1897 e dedicata a Nostra Signora di Caravaggio e un rifugio d'emergenza di proprietà del Club Alpino Italiano di Novi Ligure. Dalla sua cima si possono scorgere sia il golfo di Genova, distante soli 18 km in linea d'aria, che le colline della Langa e del Monferrato che vaste porzioni dell'arco alpino e, in giornate di eccezionale visibilità, la Corsica.
Durante l'ascesa attraverso la via normale per raggiungerne la cima ci si può imbattere in vari luoghi particolari , disegni e altarini dedicati alle antiche divinità, incisioni;
Durante il solstizio del 2013 è stato restaurato l'altare a Belenus
Belenus divinità protoceltica della luce
proseguendo il cammino verso la cima lungo la via normale è visibile un altro piccolo altare dedicato al dio cornuto Cernunnos divinità celtica degli animali ,della natura e della morte.
Cernunnos
l
ungo il percorso si possono scorgere disegni fatti con le pietre in omaggio agli spiriti del luogo, ma il simbolo più iconico è sicuramente la pietra incisa che si trova in un sentiero fuori dalle normali vie escursionistiche
alcuni anni fa alle pendici di questa montagna erano visibili inoltre due spirali unite fatte con rocce conficcate nel terreno
Il comune di Bosio appartenente al parco naturale Capanne di Marcarolo è spesso oggetto di avvistamenti UFO per i quali il Centro ricerche Ufo Liguria ha svolto diverse indagini ed accertamenti.
Bosio avvistamento del 23 /08/ 2008 Bosio avvistamento del 23/08/2008
il Parco Capanne di Marcarolo secondo alcuni esoteristi e rabdomanti è attraversato dalla Lay line (linea energetica naturale) di San Michele e più precisamente nella zona dei laghi Della Lavagnina, zona in cui sorgono peraltro alcune miniere d'oro dismesse risalenti all'epoca romana..
Uno dei due laghi della Lavagnina
Il parco potrebbe realmente essere un luogo altamente energetico in cui nel tempo si sono avvicendati avvenimenti "particolari" dovuti proprio all'alta concentrazione energetica del luogo
Gli Ungumani di Lerma
Nel comune di Lerma pittoresco paese a pochi km da Novi Ligure nasce la leggenda degli Ungumani, mostri antropofagi alti circa 2 metri che si dice abitino la Rocca di Lerma; gli abitanti di Lerma si riferiscono a loro come Ungumani, creature che, nell’aspetto e nel comportamento, ricordano sia gli esseri umani che i cinghiali.
La leggenda narra che gli Ungumani siano nati nel Medioevo. Gli abitanti di Lerma si recavano sulla cima della Rocca per scacciare simbolicamente i loro pensieri negativi, gettando via le loro cattive intenzioni tra gli alberi distorti. Questi pensieri malvagi si unirono, presero vita e si trasformarono in creature mostruose.
Ma è solo una leggenda o c’è qualche fondamento di verità? La storia racconta che un bambino sparì misteriosamente, e la gente del paese sospettò che gli “Ungumani” lo avessero mangiato. Negli anni ’90, una ragazza affermò di essere stata attaccata da un essere con la testa di cinghiale mentre nuotava nel Torrente Piota. Questo evento scosse la comunità locale e alimentò le paure riguardo agli Ungumani.
La Rocca di Lerma
Il torrente Piota luogo dell'avvistamento
Durante un inverno di diversi anni fa furono rinvenute delle strane orme nella neve sul muro perimetrale della Rocca di Lerma
Lo scrittore Marco Marengo abitante di Lerma ha ben documentato questa leggenda nel suo libro
Al momento non esistono prove concrete su questa storia, che resta solo una affascinante leggenda risalente al medioevo, anche sè la suggestiva ipotesi che in passato gli abitanti del luogo possano aver generato delle forme pensiero che in particolari circostanze energetiche ed ambientali si manifestino non è del tutto impossibile, comunque sia il mistero rimane.
fonte: wikipedia
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